Ansia sociale: quando la timidezza diventa paura

ansia sociale

Stare in mezzo alle persone, parlare con gli altri, condividere a una cena il tavolo con conosciuti e sconosciuti, sono attività che tutti noi abbiamo sperimentato almeno nella vita e che, solitamente troviamo piacevoli.
Eppure per alcuni, la paura di esporsi di fronte agli altri in maniera potenzialmente imbarazzante con il rischio di ricevere giudizi negativi veri o presunti, può essere così forte spingere ad evitare le situazioni sociali. A questo punto non è più “timidezza”, ma è diventato altro.

E se evitare di trovarsi in situazioni potenzialmente faticose può, apparentemente risolvere il problema nel breve termine, a lungo andare può rivelarsi controproducente: le circostanze da cui sfuggire saranno sempre di più fino a ritrovarsi quasi paralizzati nell’uscire di casa.

A questo punto si tratta di ansia sociale, fenomeno che riguarda

quasi 1 persona su 10 nei Paesi occidentali.

All’evitamento e al timore di essere giudicati inadeguati e impacciati si aggiungono altri sintomi quali tremore, rossore del volto, problemi gastrointestinali, sudorazione ogni qual volta l’individuo è costretto a confrontarsi con le situazioni che gli creano ansia, forte stress e disagio.

Solitamente, prima di affrontare il contesto temuto, la persona sviluppa la cosiddetta ansia anticipatoria, ovvero inizia a preoccuparsi in modo catastrofico per ciò che potrebbe accadere e, essendo consapevole dell’irragionevolezza della paura sperimentata, arriva a colpevolizzarsi per i sintomi della fobia sociale stessa.  

Tuttavia, nonostante si tratti di un disturbo invalidante è importante sapere che uscirne si può.

Da un lato si deve allenare il soggetto a modificare quei pensieri disfunzionali circa la percezione di sé in quanto individuo debole e incompetente e circa gli altri, spesso percepiti come superiori e ostili. Per agire sulle condotte di ritiro sociale ed evitamento, il percorso con lo psicologo ha come obiettivo il potenziamento delle abilità sociali fondamentali per affrontare le situazioni temute, attraverso training mirati sia per la gestione dell’ansia, sia per l’interazione con gli altri.

Ma come cambia, quindi, la vita di una persona che soffre di ansia sociale dopo un percorso psicologico come quello che abbiamo descritto? L’apprendimento di nuove abilità e di comportamenti utili nella gestione delle situazioni sociali avrà un impatto positivo non solo sul modo di vivere le suddette situazioni da parte della persona, ma anche sull’autostima e sull’autoefficacia:  grazie all’impiego delle risorse interiori costruite e rinforzate durante il percorso psicologico mi sentirò capace di affrontare adeguatamente le sfide della vita quotidiana, diventando una persona più flessibile e capaci di adattarsi più facilmente alle diverse situazioni sociali.