Dolore cronico: il prezioso contributo della psicologia per gestire gli stati dolorosi

fibromialgia

La fibromialgia è una malattia cronica complessa, invisibile agli esami di laboratorio, caratterizzata da dolore cronico diffuso, stanchezza, disturbi del sonno e rigidità muscolare. Per molto tempo è stata poco considerata dalla medicina che in assenza di danni organici rilevabili, etichettava le persone con fibromialgia come “ansiose”, portando i pazienti a cambiare spesso medico nel tentativo di trovare una soluzione.

Le persone con dolore cronico sono ora trattate da una prospettiva biopsicosociale, considerando la sindrome come un’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. La presa in carico è quindi multidisciplinare e medico e psicologo agiscono in sinergia per trattare ogni aspetto della malattia.

Innanzitutto, è fondamentale  accogliere e validare la sofferenza delle persone con fibromialgia che hanno alle spalle un iter lungo e complesso prima della diagnosi che finalmente può dare un senso a tutti sintomi che stavano esperendo.

Ma per riuscire a trattare il dolore cronico, è necessario comprenderlo: la ricerca scientifica ha scoperto che il dolore è una esperienza individuale, in quanto le valutazioni riguardanti l’intensità del dolore sono soggettive e non corrispondono necessariamente al grado di danno fisico effettivo.

Vent’anni di studi confermano l’importanza degli interventi psicologici nel ridurre il dolore, le limitazioni nella vita quotidiana correlate al dolore, la depressione e la disabilità, aumentando al contempo la qualità della vita.

Inoltre, è stato dimostrato che i percorsi psicologici riducono la necessità di utilizzare farmaci antidolorifici che possono, a lungo andare, creare dipendenza.

Lo psicologo lavora con la persona con fibromialgia anche sulla paura del dolore stesso, cioè sul timore che una lesione possa peggiorare la malattia e quindi sulla limitazione delle attività di vita quotidiana o sportive. Questi timori aumentano l’intensità del dolore percepito e l’evitamento di varie situazioni sociali e di vita.

Lo scopo dell’approccio psicologico è modificare il modo in cui la persona con fibromialgia vive i propri eventi interiori, sia fisici e psicologici (pensieri ed emozioni) allo scopo di ridurre le reazioni emotive negative e i tentativi di fronteggiamento del dolore basati sul controllo e l’evitamento. In questo modo, la malattia non impedisce alla persona che ne soffre di vivere una vita piena e soddisfacente.